Oggi voglio parlarvi del bagno di Chiara e dei suoi mosaici di piastrelle. Chiara è una creativa insegnante di trieste che ha voluto decorare da sola, attraverso la tecnica del mosaico (tecnica molto costosa) il proprio bagno, divertendosi e risparmiando notevolmente sui costi. Io sono rimasta davvero colpita dal risultato ed è per questo che voglio proporvi la sua intervista.

In una ristrutturazione, il bagno è sicuramente l’ambiente più costoso della casa ma volte basta avere un’idea ben definita, tanta voglia di mettersi in gioco per creare un ambiente unico, che parli di sè e con budget ridotto.

Ecco l’intervista che se avrete voglia di leggere vi lascierà senza fiato.

Ciao Chiara, allora cominciamo:

Come ti è venuta l’idea?

L’idea l’ho sempre avuta e poi le circostanze me l’hanno permesso: quando c’è stato da sistemare il bagno di mia madre mi son detta: “perché no?”. Avevo visto in giro dei mosaici fatti con piastrelle spezzate a caso e poi assemblate tra loro per dare un effetto stilistico, e poi avevo scoperto Hundertwasser in un viaggio a Vienna e la sua maniera di utilizzare inserti di ceramica, pasta di vetro etc. sulle facciate dei palazzi creando degli “spot di mosaici”. Per me che sono di Trieste rappresenta un po’ il “Gaudì mitteleuropeo”.

Quanto tempo ci hai messo?

Quindici giorni lavorando circa tre ore al giorno. Non avevo steso alcun progetto: per cui mi fermavo spesso per controllare l’effetto e cercare l’ispirazione per tradurre in pratica l’idea che mi portavo dentro.

Come li hai fatti?

Ho cominciato rompendo le piastrelle a caso e inserendo i frammenti nella fascia a parete. Ma volevo un risultato che fosse anche armonico, meno “tagliente”. Quindi con un taglia-piastrelle mi sono ritagliata dei lunghi listelli di piastrelle, che ho cominciato a spezzettare “a mano” con una tenaglia, per far tutto a pezzetti irregolari. Quindi ho cominciato a comporre delle file di tasselli, componendoli a mosaico. Con la pratica, ho cominciato a dar forma a motivi tondeggianti, con un andamento a spirale: è bastato che spezzettassi i listelli in forma un po’ trapezioidale, per poterli accostare dando forma a delle volute.

Quanto hai speso?

Le piastrelle che ho usato per il mosaico erano le stesse che il piastrellista ha posato per il rivestimento a parete e il pavimento. Quindi il costo sta tutto nei metri quadri di piastrelle che ho acquistato calcolando la superficie del bagno, e anche quel “pacco in più” che i rivenditori ti fanno sempre acquistare per ogni evenienza. Poi c’è qualche inserto di quadrettini tipo mosaico già pronti, che derivano da campionari o residui di magazzino che ho chiesto qua e là in regalo dai rivenditori.

Che materiali hai usato?

Attrezzi taglia piastrelle da piastrellista e tenaglia manuale. Un impasto di colla per piastrelle Kerakoll con lattice elasticizzante Mapei e acqua come mi è stato consigliato dal piastrellista, per far aderire meglio dei pezzi piccoli. Ma si può utilizzare anche senza lattice, non è indispensabile. Bisogna preparare poco materiale per volta, solo quel che serve per quella sessione di lavoro: altrimenti si secca e diventa inutilizzabile.Quali difficoltà hai incontrato?

La stesura della miscela preparata: bisogna “farsi la mano”. E quello che si stende sulla parete va ricoperto coi pezzetti, altrimenti restano macchie antiestetiche che vanno grattate via a secco. Se si vuole aggiungere un motivo in più, meglio disegnarlo e applicare con piccoli utensili la quantità di miscela che serve per far aderire i pezzi. Inoltre, per non creare dislivelli ad opera ultimata, controllate che le piastrelle che utilizzate abbiano tutte lo stesso spessore: io ho qualche sbalzo di mezzo millimetro, e ci ho steso sopra una vernice trasparente all’acqua per ridurre il dislivello. Così semplifica la pulizia ordinaria, soprattutto in zone come la doccia e i fornelli.

Quali imprevisti?

Dato che non avevo steso alcun progetto, mi sono accorta solo al momento di stendere la boiacca (il riempitivo finale tra piastrelle) che il colore prescelto, cioè bianco, non faceva risaltare i tasselli di mosaico bianchi: in pratica diventava tutto un’amalgama indistinta di colore bianco. Così mi son ritrovata a dipingere la boiacca bianca con tempera acrilica di colore verde acqua, per ricreare l’effetto contrasto che avevo perso (vedesi foto).

Lo consiglieresti?

Lo consiglierei per piccole superfici: ad esempio per fare un inserto su una parete troppo “piatta” e monotona, o che magari si riflette in uno specchio per amplificare l’effetto decorativo. O per creare una fascia sulla parete della cucina, tra i pensili. In questo caso, meglio boiacca scura per evitare che si vedano troppo con gli schizzi dei fornelli. E chi non si sente troppo “artista” può sempre creare una specie di cartamodello prima con un semplice motivo da ricalcare poi sulla paret

 

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